ACANTHURUS ACHILLES

ACANTHURUS ACHILLES

Acanthurus achilles (Shaw, 1803) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Acanthuridae.

CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA

Dominio Eukaryota

Regno Animalia

Phylum Chordata

Classe Actinopterygii

Ordine Perciformes

Sottordine Acanthuroidei

Famiglia Acanthuridae

Genere Acanthurus

Specie Acanthurus achilles

Nomenclatura binomiale

Acanthurus achilles

(Shaw, 1803)

Sinonimi

Acanthurus aterrimus Günther, 1872;

Hepatus achilles Shaw, 1803;

Hepatus aterrimus Günther, 1872;

Teuthis achilles Shaw, 1803;

Teuthis aterrimus Günther, 1872).

Nome comune

Pesce chirurgo rosso fuoco

Pesce chirurgo arancione

Pesce chirurgo achille
Achilles tang,

Akilles’ kirurgfisk

Navajón de Aguiles

chiurgien d’Achille

TASSONOMIA

Il nome del genere Acanthurus viene dal greco “akantha“, spina, e “ura” = coda, per la spina cornea, affilata come un rasoio, che questi pesci portano sui due lati della coda.

Il nome della specie achilles ricorda l’eroe greco Achille per il disegno rosso, insanguinato, a forma di tallone, accanto al peduncolo caudale. Per Achille, secondo la leggenda, era l’unico punto vulnerabile, ma qui semmai è il contrario, perché indica la posizione del bisturi.

DIFFUSIONE

A. achilles è diffuso sulle coste delle isole tropicali dell’Oceano Pacifico occidentale e centrale: Papua, Nuova Guinea, Grande Barriera Corallina orientale, Isole Salomone, Isole Fiji e a est fino alle Hawaii e all’isola di Pitcairn. É particolarmente comune in Polinesia e Micronesia.

Il pesce è stato rinvenuto anche nelle isole Marianne e persino in alcune barriere coralline nel sud del Messico e del Guatemala.

E’ inoltre diffuso nelle isole Caroline occidentali e nello stretto di Torres, Marquesan e Ducie, a sud fino in Nuova Caledonia; in Micronesia nelle isole Marianne e Marshall; nell’Oceano pacifico centrale orientale nelle zone meridionali della Baia della California e lungo le coste del Messico.

HABITAT

Vive sul lato esterno delle barriere coralline in acque poco profonde battute dalle onde.

Si può trovare tra 0 e 10 metri di profondità, di solito non oltre 4 metri.

DESCRIZIONE

Questa specie, come gli altri Acanthurus, ha corpo ovale o ellissoidale, molto compresso lateralmente e allungato. La bocca è piccola, prominente, posta nella parte inferiore della testa, su un muso sporgente ed ha una particolare forma concava simile alla testa di un cavallo. È dotata di labbra carnose e denti a scalpello.

 La pinna caudale è fortemente bilobata e presenta due apici molto allungati.

Sul peduncolo caudale è presente una spina mobile molto tagliente che in questa specie sembra che sia collegata a ghiandole velenifere.

La pinna dorsale, sostenuta da 9 spine rigide e 29/33 raggi molli, è unica e piuttosto lunga, di altezza uniforme, con parte a raggi spiniformi più breve di quella a raggi molli.

La pinna anale, a sua volta sostenuta da 3 spine rigide e 26/29 raggi molli è simile ma più corta.

La pinna caudale è lunata.

Queste pinne si estendono su gran parte del perimetro del corpo, con la parte terminale arrotondata che arriva sino a toccare il peduncolo caudale.

Le pinne pettorali sono ampie, di forma trapezoidale, molto mobili e rappresentano il mezzo di propulsione del pesce; le pinne ventrali sono corte, triangolari ed appuntite; sul peduncolo caudale è ben visibile lo scudetto mobile che protegge la spina erettile, tagliente e rivolta verso il davanti, particolare da cui proviene il nome comune di “Pesce Chirurgo”.

Le scaglie sono molto piccole. La livrea dell’adulto è molto caratteristica con fondo bruno molto scuro, spesso quasi nero e una vistosa macchia arancio a forma di goccia sulla parte posteriore del corpo che si estende sul peduncolo caudale. La base delle pinne dorsale e anale è percorsa da una linea bianca sopra alla quale ne è una simile di color arancio. Sul mento vi è una linea bianca e un bordo bianco è sull’opercolo branchiale. La pinna caudale è arancio con bordo e base neri e il bordo posteriore bianco. I giovanili non hanno la macchia arancio sul corpo.

La livrea, intensamente colorata, è di un color rosso brunastro o marrone molto scuro quasi nero, con una macchia rosso fuoco, a forma di goccia, all’altezza del peduncolo caudale; l’attaccatura delle pinne al corpo e la parte finale della pinna caudale sono anch’esse rosso fuoco; le pinne dispari sono bordate di bianco o di celeste e dello stesso colore sono le pinne ventrali.

I giovani Acanturidi di questa specie si riconoscono dalla mancanza della macchia arancione sul peduncolo caudale che compare quando la specie misura all’incirca sei centimetri.

È riportata la taglia massima di 22-24 cm di lunghezza in natura.


BIOLOGIA

Comportamento

Gregario, vive in gruppi. Territoriale.

La vistosa “goccia” arancione che lo contraddistingue è un segnale della sua proverbiale aggressività. Infatti, più la colorazione è accesa nella parte del corpo dove sono poste le lamelle e più la specie è considerata dominante. 

Vivono in branchi composti da diverse decine di esemplari; in tali gruppi si consumano innumerevoli scaramucce di natura perlopiù intimidatoria: quando due esemplari entrano in stretto contatto, tendono ad abbozzare degli attacchi, senza però toccarsi.
Essi denotano un elevato grado di vivacità che li induce a nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia natura.

Di solito viene avvistato in gruppi numerosi, al cui interno possono introdursi anche esemplari di Acanthurus nigricans e viceversa, nella zona del reef esterno.

Alimentazione

Basata su alghe bentoniche, carnose e filamentose. Richiede un banco di sabbia per facilitare il movimento intestinale. Durante la sua alimentazione, assorbe microplancton, spesso contenuto nelle alghe del quale si ciba.

L’assimilazione di tali vegetali è favorita dall’apparato intestinale piuttosto allungato, inoltre la particolare conformazione dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i campioni vegetali più piccoli (problematica, invece, la triturazione di piante lunghe), operazione che li vede impegnati per tutta la giornata.

Qualora tale specie ingerisca alghe velenose, diventa temporaneamente portatrice dell’intossicazione di ciguatossina.

Riproduzione

Forma coppie monogame.

La riproduzione avviene mediante l’espulsione delle uova che rilascia salendo velocemente verso la superficie. Le larve sono trasportate dalla corrente e si sviluppano in modo indipendentemente.

Durante il periodo della riproduzione, nuotano compatti in modo frenetico, finchè al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L’espulsione delle uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione all’interno della vescica natatoria, quest’ultima operazione resa possibile dal moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina con l’ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodichè evolve al secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre principalmente di piccolissimi organismi planctonici.

Anatomicamente parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e presentano raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonchè in quelle pettorali.

La larva effettua la metamorfosi alla forma adulta a una lunghezza di 6 cm. Forma ibridi con Acanthurus nigricans, questi ibridi sono noti con il nome di Acanthurus rackliffei.

ALLEVAMENTO IN ACQUARIO

É uno degli Acanthurus più frequenti sul mercato dei pesci d’acquario.

L‘Acanthurus achilles è una delle specie più ambite dagli acquariofili. Tuttavia la sua diffusione in acquario è molto limitata. Il motivo principale è da ricondursi alla difficoltà estrema di mantenere in ottima salute e per molto tempo questo pesce in cattività.

Anche nel caso di grosse importazioni, la percentuale che riesce a sopravvivere è minima; una percentuale che sicuramente deve porre il dubbio a tutti gli acquariofili se sia corretta o meno l’importazione.

Pesce di media dimensione, robusto e pacifico, adatto ad un acquario di comunità anche in presenza di invertebrati; non tollera, invece, la convivenza con esemplari di Acanthurus glaucopareius, di Acanthurus japonicus o di Acanthurus pyroferus.

Pesce robusto, molto adatto alla convivenza con i pesci di barriera di altre razze ma difficilmente con altri Acanturidi, anche se di colore differente, mai con suoi simili.

Può in teoria convivere con altre specie di Acanturidi, ma l’acquariofilo deve prevedere la possibilità che da un giorno all’altro gli esemplari comincino a litigare. Quindi, si deve attrezzare di una vasca alternativa e pure di un acquario di quarantena dove eventualmente curare la specie in caso di necessità.

Necessita di una vasca di grandi dimensioni, in proporzione alle sue dimensioni, in quanto nuota volentieri nell’acquario, ma anche di rifugi e nascondigli tra le rocce o le madrepore.

Anche se Acanthurus achilles non raggiunge proporzioni ragguardevoli in acquario, e può essere mantenuto in vasche di 300 litri, consiglio di assicurare alla specie acquari con capienza di almeno 600 litri.

La ristrettezza degli spazi lo rende aggressivo verso gli esemplari della stessa specie, caratteristica che mantiene comunque anche in acquari più grandi.

L’ostilità diminuisce se i pesci ospiti appartengono ad altre specie di Acanturidi, anche se può variare individualmente.


Necessita come abbiamo visto di una vasca grande, in proporzione alle sue dimensioni, in quanto nuota volentieri nell’acquario, ma anche di rifugi e nascondigli; con acqua ben filtrata ed aerata.

Come tutti gli Acanturidi è molto adatto ad una vasca con invertebrati, sia che siano sessili oppure no, e con pesci di piccole dimensioni.

Acanthurus achilles è una specie che deve essere allevata solo da acquariofili esperti.

Consigli e curiosità:

Necessita di una vasca di grandi dimensioni perchè è un abile nuotatore e la ristrettezza degli spazi lo rende aggressivo verso gli esemplari della stessa specie. L’ostilità diminuisce se i pesci ospiti appartengono ad altre specie di Acanturidi, anche se può variare individualmente. Sono ottimi per cercare di limitare la crescita delle alghe verdi filamentose nell’acquario. Gli esemplari più piccoli (meno di 6 cm di lunghezza) non presentano la tipica macchia rossa dei pesci adulti.

Con l’ausilio dei pesci pulitori, il colore della specie assume una tonalità grigio-bluastra permettendo ai pulitori di individuare ed eliminare eventuali parassiti della pelle.

La mutazione cromatica dell’epidermide è indice dello stato di salute del pesce e, quindi, delle condizioni ambientali in cui vive: ottimali, se la livrea è scura; sfavorevoli, se il colore è sbiadito.

Dimensioni max in acquario

A partire da 10 cm

Valori dell’acqua

Temperatura 28° / 30° C
Densità 1022 / 1024
pH 8,4

Alimentazione

Difficile da ambientare ma una volta ben ambientato è onnivoro; predilige mangime in granuli o surgelato, Artemia salina, chironomus e mysis,ma anche le apposite sfoglie di alghe liofilizzate, foglie di insalata, spinaci bolliti, rotelle di banana.

Come con tutti i pesci chirurgo, alghe o simili materiali vegetali dovrebbero essere inclusi nel loro apporto dietetico per moderarne l’aggressività e regolare le funzioni metaboliche.

Sono ottimi per cercare di limitare la crescita delle alghe verdi filamentose nell’ acquario. Purtroppo accettano difficilmente come cibo altri tipi di alghe infestanti come le cyanobatterie.
E’ consigliato somministrare mangime animale e vegetale, quest’ultimo principalmente a base di alghe.
Ai fini di un equilibrato e corretto allevamento della specie in cattività, bisogna ricorrere a mangime principalmente vegetale, in primo luogo alghe finemente tagliuzzate, non provenienti necessariamente dall’habitat marino, o eventualmente presenti sulle rocce vive.
Alimenti sostitutivi o integrativi possono essere verdure, quali broccoli, spinaci, zucchine e piante acquatiche tenere.
Un ingrediente supplementare è il mangime secco commerciale di origine vegetale in granuli o scaglie.
La somministrazione di mangime animale (gamberetti, polpa di granchi, molluschi, artemie, ecc. ) non è da escludere a priori, ma è assodato che i risultati migliori si ottengono con l’ausilio di mangime di tipo vegetale. Di importanza vitale è la presenza di un buon quantitativo di rocce vive, sulle quali trovano un gran varietà di alghe da mangiucchiare.

Malattie

Abbastanza resistente alle malattie, soffre, invece, per le cattive condizioni chimico/fisiche dell’acqua, per i valori eccessivi di nitrati e fosfati e per il pH basso, nel qual caso comincia a perdere i colori brillanti.

Acanthurus achilles è un acanturide molto sensibile a parassitosi come Cryptocaryon irritans e Oodinium ocellatum.

La specie deve essere ospitata in una vasca in funzione in modo ottimale da almeno due/tre anni. Nonostante questa precauzione la parassitosi compare puntualmente poco dopo l’introduzione in vasca. Certamente l’utilizzo di una lampada UVB oppure l’impiego di Ozono combattono la malattia e, alcune volte, queste tecniche sono in grado di garantire la permanenza in acquario.

Accade pure di frequente che Acanthurus achilles conviva per tutta la sua esistenza con i parassiti e la malattia non arrivi mai ad uno stadio preoccupante da richiedere una cura.

PESCA

Viene pescato soprattutto alle Hawaii sia come pesce da consumo che per l’acquariofilia.

Acanthurus achilles è importato quasi esclusivamente dalle Hawaii dove viene utilizzato dagli abitanti come cibo. Inoltre, le lamelle caudali, vengono usate per costruire ami da pesca. Viene consumato dall’uomo ma non è un pesce ambito sia per le modeste dimensioni e perché, vivendo a lungo, le carni sono tossiche e possono provocare la ciguatera.

STATO DI CONSERVAZIONE

A. achilles è comune in tutto l’areale e le popolazioni sono numericamente stabili. Solo in alcune aree delle Hawaii dove è soggetto a sovrapesca sembra esserci qualche segno di rarefazione. La Lista Rossa IUCN classifica la specie come “a rischio minimo”.

È fra i pesci a minor rischio d’estinzione, con un livello di vulnerabilità alla pesca di 14 su 100.

In più non ha nemici in natura ed in condizioni ideali le popolazioni raddoppiano in appena 15 mesi.

BIBLIOGRAFIA

https://it.wikipedia.org/wiki/Acanthurus_achilles

https://www.mare2000.it/Pescimarino/acanthurus_ach.htm

https://www.fishncorals.com/shop/fauna-marina/pesci-marini/acanthuridae/acanthurus-achilles/

https://shop.coralbaysrl.it/prodotto/acanthurus-achilles/

https://www.reefaquarium.it/enciclopedia/acanthurus-achilles/

https://www.monaconatureencyclopedia.com/acanthurus-achilles/

http://www.coralreef.it/pescimariniacanthurus_achilles.html

https://acquariofiliaitaliana.webnode.it/products/acanthurus-achilles/