TRIDACNA CROCEA

  TRIDACNA CROCEA

Tridacna crocea Lamarck, 1819 è una specie di mollusco bivalve della famiglia dei Cardiidae.

CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA

Dominio Eukaryota

Regno Animalia

Sottoregno Eumetazoa

Superphylum Protostomia

Phylum Mollusca

Classe Bivalvia

Sottoclasse Heterodonta

Ordine Veneroida

Famiglia Cardiidae

Sottofamiglia Tridacninae

Genere Tridacna Bruguière, 1797

Specie Tridacna crocea Lamarck, 1819


NOMENCLATURA BINOMIALE

Tridacna crocea

Lamarck, 1819

SINONIMI

Tridacna (Chametrachea) crocea Lamarck, 1819 

  • Tridacna cumingii Reeve, 1862 

  • Tridacna ferruginea Reeve, 1862 

NOMI COMUNI

Tridacna zafferano

Boring Clam

Crocus clam

Crocea clam

Saffron-coloured clam

 Krokus-riesenmuschel

Eingewachsene riesenmuschel

Bohrende riesenmuschel

ヒメシャコガイ

DIFFUSIONE

È originaria dell’area Indo-Pacifica, dall’Oceano Indiano nord-orientale all’Oceano Pacifico centro-occidentale, dal Mar delle Andamane alla Nuova Caledonia e alle isole Salomone, coste meridionali giapponesi e Grande Barriera Australiana. Il suo areale si estende dalla Malesia, Vietnam e Giappone all’Indonesia, Filippine, Palau, Nuova Guinea, Australia, Isole Salomone e Vanuatu. Un tempo era conosciuto a Guam e nelle Isole Marianne Settentrionali, ma ora potrebbe essere localmente estinto in queste località.

HABITAT

Il suo habitat tipico è incastonato in enormi coralli o rocce coralline, in lagune e zone di reef con acque non eccessivamente pulite.

Forma estese colonie (fino a 200 individui per metro quadro) spesso facilmente visibili lungo la fascia intertidale, affioranti a pelo d’acqua durante la bassa marea, in zone fortemente soleggiate. Si insedia nel substrato quando è ancora minuscola (a partire da 4-5 mm di lunghezza) e con il tempo resta spesso interamente “imprigionata” tra i coralli ramificati, o con la base cementata nelle rocce coralline.

The maxima clam blue, marine life

DESCRIZIONE

Tridacna crocea è la vongola più piccola della sottofamiglia Tridacninae e raggiunge una dimensione massima del guscio di 15 cm (6 pollici).

Mollusco dalla forma grossolanamente triangolare, con le valve robuste, molto convesse; le valve sono percorse da strette costolature, poco evidenti, utilizzate per ancorare il mantello quando viene estroflesso; la cerniera che unisce le due valve è piuttosto piccola mentre l’incavatura di uscita del bisso è molto sviluppata.

Ha due valve spesse unite da una cerniera che tipicamente è compresa tra un terzo e meno della metà della larghezza della conchiglia. Tipicamente le conchiglie sono leggermente o moderatamente allungate e l’animale è fortemente gonfiato, soprattutto vicino alla cerniera. La valva superiore ha da sei a dieci pieghe appiattite che si incastrano sul margine con pieghe simili sulla valva inferiore in modo che possano fissarsi insieme e il guscio possa chiudersi ermeticamente. La valva inferiore presenta delle feritoie dalle quali fuoriescono i fili bissali che assicurano l’animale al fondale. Questa vongola si insinua nel substrato e questo processo tende a consumare la superficie esterna delle valvole e a levigarle. Possono anche deformarsi scavando in substrati di durezza irregolare.

Il colore delle valve è generalmente bianco-grigiastro, talvolta con una sfumatura di rosa-arancio, giallo zafferano o arancio: questa colorazione può formare una fascia in prossimità del margine superiore, soprattutto sulla superficie interna, mentre internamente sono di un color bianco porcellana.

Il mantello, la morbida parete corporea che ricopre gli organi interni dell’animale, sporge tra le valvole quando queste sono aperte ed è di colore vivace. Può essere di varie tonalità di blu, verde, viola, oro, arancione o marrone, spesso decorato con macchie, strisce o scarabocchi.

Il mantello della Tridacna crocea appare sempre estremamente colorato, nei toni del verde e dell’azzurro, per la presenza di un gran numero di alghe Zooxantelle che vivono in simbiosi con l’animale; per favorire la presenza delle Zooxantelle la Tridacna crocea estroflette il mantello un poco al di fuori delle valve e possiede inoltre dei particolari organi a forma di lente per concentrarvi la luce solare; al centro del mantello è posizionato il sifone esalante, piccolo ma molto allungato; invece è poco evidente il sifone inalante, posizionato lateralmente.

Presenta numerose piccole sporgenze sulla superficie esposta e una linea di occhi semplici vicino al margine. Il sifone inalante, attraverso il quale l’acqua viene aspirata nella conchiglia, è circondato da tanti piccoli tentacoli e il sifone esalante è spesso lungo e tubolare.

 Il suo riconoscimento e la sua classificazione è alquanto difficile perchè contano solo la forma e le dimensioni delle valve, e solo a volte alcuni particolari morfologici evidenti; il colore del mantello è estremamente variabile da individuo ad individuo e quindi assolutamente inutile a tale scopo.

Dimensioni massime raggiunte in natura: 15 cm

BIOLOGIA

Le Zooxanthella, sono un genere di microscopiche alghe unicellulari, comunemente denominate zooxantelle, che vivono in simbiosi con i molluschi della famiglia dei Cardiidae e con altre specie di invertebrati marini (Acropore, Alcyoniidae, Merulinidae, Pocilloporidae); esse, come tutti gli organismi vegetali, assorbono l’anidride carbonica ed i sali minerali e, grazie alla luce solare, li trasformano in numerose sostanze nutritive che vengono successivamente cedute all’organismo che le ospita; tuttavia è la Tridacna crocea a trarre maggior giovamento dalla simbiosi in quanto moltissime alghe sono veicolate nella zona viscerale e qui fagocitate ed assimilate; questo fatto a permesso all’animale, originariamente un filtratore, di trarre una buona parte del suo sostentamento dalla simbiosi con le alghe.

Aggressività: Non aggressivo con nessun tipo di animale ma si difende richiudendo il suo mantello fra le grosse valve,  a volte stritolando il muso del predatore.

Riproduzione: Al raggiungimento della maturità sessuale rilasciano sperma e cellule uovo anche contemporaneamente perché sono ermafroditi simultanei. Solitamente prima viene rilasciato lo sperma e poi le cellule uovo, in modo da evitare il meccanismo dell’autofecondazione. La fecondazione avviene in acque libere come tutti gli stadi giovanili.

ALLEVAMENTO IN ACQUARIO

Si trova occasionalmente nel commercio di acquari, dove viene spesso chiamata semplicemente crocea.

In acquario preferisce essere sistemata su di un sostegno calcareo, lontano dalla sabbia, in una posizione estremamente illuminata, preferibilmente con lampade fluorescenti lineari con la luce di temperatura colore 10.000 K. ed oltre o con lampade HQI; in una leggera corrente che asporti i prodotti di rifiuto espulsi dal sifone esalante.

 Il piede è l’unico punto debole scoperto delle tridacne ecco perché è consigliato inserire al di sotto sempre una basetta di roccia.

E’ molto delicata ed esigente per quanto riguarda i valori chimici dell’acqua che deve essere ben ossigenata e filtrata.

E’ molto consigliabile preparare l’acqua dell’acquario con sali marini sintetici di ottima qualità, il costo superiore verrà ammortizzato in poco tempo, effettuare abbondanti cambi parziali, preceduti da un’accurata sifonatura del fondo, ed aggiunte settimanali di oligoelementi e bioelementi, nonché integratori di Calcio, Magnesio, Iodio e Stronzio, in quantità da mantenerne la concentrazione ad almeno 450 / 500 ppm.

Insieme all’illuminazione ed alla qualità dell’acqua, le Tridacna crocea preferiscono che all’interno dell’acquario ci sia un moderato flusso d’acqua, meglio se proveniente da direzioni alternate e con un’intensità variabile ed intermittente, ottenuto con l’uso delle apposite pompe di movimento.

Al contrario delle altre rappresentanti della famiglia, sembra che regolari, piccole somministrazioni di plancton surgelato o liofilizzato siano necessari al mantenimento della Tridacna crocea; questo fatto è probabilmente dovuto ad una minor efficienza delle alghe Zooxantelle selezionate durante l’evoluzione dalla Tridacna crocea rispetto alle altre Tridacne; infatti trapiantando in esemplari di Tridacna crocea juvenile, Zooxantelle prese da una Tridacna gigas sono stati enormemente aumentati lo sviluppo e la sopravvivenza degli individui trattati; (consultare lo studio Giant Clam Hatchery della Dott.sa S. Suzanne Mingoa-Licuanan).

Si consiglia un lungo e adeguato acclimatamento (Es. Goccia a Goccia) per evitare stress e cambi rapidi di salinità. Un’attenzione particolare per allevare questi splendidi animali la si deve rivolgere ai predatori naturali delle Tridacne come ad esempio Vermi Piatti del genere Hermodice Carnuculata e  le lumachine della famiglia Pyramidellidae per fortuna ci sono pesci che si cibano di questi parassiti: sono dei piccoli labridi del genere Pseudocheilinus (P. hexataenia, P. tetrataenia) e del genere Halicoeres.  T. Crocea però può essere minacciata anche da pesci come i balistidi, pesci angelo, pesci farfalla e grandi labridi,  granchi, grossi paguri che approfittano delle tridacne non ancora fissate al substrato, stelle marine predatrici e grossi gamberi (come ad esempio lo Saron spp.). Anche gli Acanturidi, i blennidi e piccoli pesci angelo (Centropyge) possono provocare problemi andando a pizzicare il mantello continuamente che a lungo andare porta alla morte dell’animale.

Per tutti questi motivi dovrebbe figurare solo nell’acquario di invertebrati dell’acquariofilo esperto; dotato di pazienza e di mezzi adatti al sostentamento di questo splendido quanto delicato invertebrato marino.

Dimensioni massime raggiunte in acquario: 10-15 cm

Alimentazione: Fitoplancton, Zooplancton , Reef Snow, DOM (Sostanza Organica Disciolta), e particelle di cibo che gli animali riescono a filtrare.

Valori dell’acqua Temp. 24° / 27° C
Densità 1022 / 1024
pH 8,4

Durezza dell’acqua: 8-10° KH

Illuminazione: Forte  

  Posizione in Acquario: intermedia o sul fondo (ma non direttamente sulla sabbia)

Flusso Idrico: medio/forte

Resistenza: Delicato soffre sbalzi di salinità.

Difficoltà: Medio/Difficile – Sconsigliato ai neofiti

Paesi esportatori in UE

Fiji, Tonga, Vanuatu, Vietnam

STATO DI CONSERVAZIONE IUCN

Pur essendo meno ricercata di altre per motivi alimentari, rimangono le limitazioni nella pesca e nell’esportazione dettate dal regolamento C.I.T.E.S.

Rischio Estinzione: Inserito nella lista rossa della I.U.C.N. e protetto dalla regolamentazione C.I.T.E.S.